Incomincio da qui anche se tutto ebbe inizio molto, ma molto tempo fa.
Padova 16 febbraio 2012, è giovedì grasso. Mi sottopongo a un
Fibroscan del fegato, quasi per scrupolo, per prassi. L'ha prescritta il mio coach come sua ultima attenzione nei miei confronti prima di ritirarsi.
Il mio coach è un medico specialista in malattie infettive, lavora in un piccolo ospedale, di una piccola città del nord Italia. La nostra conoscenza è datata, molto datata. La prima volta ci incontrammo che avevo forse quattordici anni ora ne ho quarantasette, quasi.
Mi piace chiamarlo coach, quasi come un preparatore atletico.
Il nostro primo incontro ebbe luogo in ospedale, lui fu consultato per una mia reazione fisica (febbre alta e strani sfoghi sulla pelle) a chissà quale schifezza iniettata insieme all'eroina che avevo deciso di cominciare ad assumere.
Il nostro rapporto si consolidò poi nel tempo a seguito delle inevitabili conseguenze di una vita buttata nello scarico di un cesso, luogo, oltre alle cantine, nel quale ti ritrovi spesso quando ti droghi pesantemente.
Per cui nell'ordine:
epatite b
disintossicazioni varie
epatite c
hiv
Dimenticavo un carcinoma nel 2000 ma quella, chiamiamola sfiga "normale" l'ho superata a pieni voti.
Fino al 2004 riesco a passare indenne, o quasi, a tutto questo. .Dopo aver salvato la mia vita con un calcio d'angolo, recupero il tempo buttato, quasi quattordici anni, e riesco, oltre a mettermi in pari con il mondo, ad avere anche il mio miracolo: un figlio perfettamente sano. Ma purtroppo il fisico comincia a cedere. Inevitabile.
Comincio così, dopo quasi vent'anni di sieropositività, tutta la trafila e via crucis dei farmaci per l'hiv. Raggiungo finalmente un equilibrio fisico e mentale grazie al cielo. Poi, e poi quello schifosissimo16 febbraio 2012, da qui qualcosa cambia, qualcosa di diverso succede.